Boom di pub e bar, ma l’abbigliamento soffre

Ascom ha registrato una quindicina di nuove richieste di apertura per settembre. Ma la Fimaa: «ll degrado di alcune strade incide»

La musica che esce dalle porte spalancate dei pochi negozi aperti e il chiacchiericcio dei turisti che agguantano qualche fazzoletto d’ombra per mangiarsi un gelato. Il listone rovente si ripopola grazie al graduale ritorno dalle ferie e all’arrivo giornaliero dei visitatori. Ma appena fuori dal centro storico è impossibile non accorgersi delle saracinesche abbassate. Soprattutto il settore abbigliamento, già in crisi prima della pandemia, è quello che ha subito i contraccolpi maggiori. La riscossa, però, di chi crede in un ritorno alla normalità, sembra non tardi ad arrivare. Non in tutte le vie: i commercianti sottolineano un declassamento di via Garibaldi e via San Romano, mentre, secondo loro, il ‘passeggio’ si sarebbe spostato in via Mazzini e in via Bersaglieri del Po.

A crederci di più, comunque, sono gli imprenditori della ristorazione, bar, birrerie e pub. La situazione delle attività commerciali del centro va, quindi, letta fra luci e ombre. Gli eventi e manifestazioni promossi nell’ultimo anno da Comune e da Ferrara Arte hanno dato comunque un impulso positivo a un centro che, come tanti altri in Italia, è stretto dalla morsa della crisi. I segnali di risveglio, però, non mancano: Ascom, già alla fine di agosto, ha registrato una quindicina di richiesta di attività di ristorazione, birrerie, pub e bar che vogliono aprire entro la metà di settembre. Imprenditori che investono per insegne o altro, oppure che si spostano in locali più ampi. Segnali di risveglio che non possono da soli cambiare il trend negativo, ma che fanno ben sperare. Anche la Camera di commercio registra una leggera ripresa: le aperture di nuove imprese – fa sapere l’osservatorio – tra aprile e giugno hanno toccato le 407 unità, un valore comunque inferiore della media del triennio 2017-2019 (486), prima dell’irrompere dell’emergenza sanitaria globale, ma più basso di sole 73 unità al dato del secondo trimestre 2019, quando le iscrizioni furono 480. Nello stesso pe- riodo del 2020 le nuove iscrizioni si erano fermate a quota 277. Il direttore di Confesercenti Alessandro Osti invita alla prudenza prima di parlare di ripresa: «ll saldo di questi ultimi anni è ovviamente negativo. Soprattutto l’abbigliamento è in difficoltà. Parliamo di negozi che hanno effettuato ordini. La moda, lo sappiamo, ha una sua stagionalità, e, a causa del Covid, c’è molto magazzino invenduto. Serve tranquillità per convincere a investire in nuove attività, e questa pandemia dà poche sicurezze. A tutto questo si aggiunge la precarietà del lavoro che comprime la capacità di spesa delle persone. Anche i saldi non hanno dato la spinta sperata: hanno avuto effetto sulla merce a basso costo, ma per quanto riguarda le griffe, gli acquisti sono stati inferiori alle attese. Una volta il cliente acquistava per la convenienza, anche senza un bisogno specifico. Adesso invece si compra solo l’essenziale». Roberto Marzola presidente provinciale di F.i.m.a.a (referente del comparto mediazione e agenti Immobiliari) rileva un discreto fermento: «Abbiamo richieste di spostamenti e di nuove aperture nel centro. In via Mazzini e in via Saraceno, dopo tante chiusure, ci sono segnali di ripresa». E solleva un problema: «Ci sono vie centrali – spiega Marzola dove gli investimenti sono frenati dalla mancanza di decoro causato da quelle attività con distributori automatici di bibite o caffè. Sono luoghi di bivacco e sporchi. Creano quindi disagi a tutta la via. La parola d’ordine per la ripresa? Fare investimenti per uscire dalla secca». Il direttore di Ascom Davide Urban è cauto ma osserva alla luce delle richieste di licenze “una maggiore vitalità degli imprenditori soprattutto nella ristorazione, pub, birrerie e bar. Per avere un quadro chiaro dobbiamo aspettare settembre. Le manifestazioni e iniziative organizzate nell’ultimo anno hanno dato un impulso importante al commercio e al turismo. Questa vitalità sta attenuando gli effetti di una crisi che indiscutibilmente esiste. La ripresa sta partendo con la ristorazione, ma speriamo che il settore ne traini altri».

il Resto dei Carlino, 29 Agosto 2021

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